CHIESA E CONVENTO DI S.CROCE (Moliterno)

La Chiesa con il Convento dei Padri Riformati di S. Francesco d’Assisi, dedicata alla Santa Croce, risale alla seconda metà del 1600. Il complesso architettonico costituisce l’ampliamento di una piccola cappella, dedicata al Crocifisso, che si trovava nella tenuta dei Brajda, denominata in un primo momento Parco del Principe e successivamente Parco del Seggio.

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La Struttura esistente venne ampliata nel corso del 1613 per volere del principe di Stigliano e Moliterno, Luigi Carafa, con il considerevole contributo da parte del popolo. Alla chiesa, venne ammesso, sul versante destro, una cappella per i frati che divenne anche un luogo dopo poter intrattenere dibattiti filosofici.

Un ampliamento successivo risale al 1640, quando il sacerdote P. Giuseppe Aliani, ottenuto dal principe un ettaro di terreno, fece ampliare il giardino e la parte nord dell’intero edificio, che comportò la demolizione dell’abside e l’ampliamento del presbiterio dove venne collocato un imponente altare in legno intagliato e, nella parte retrostante, un coro ligneo per la preghiera dei frati. Altri sei altari lignei vennero collocati all’interno della chiesa, ognuno dei quali con lo stemma delle famiglie che li avevano donati. La struttura fu portata a termine da padre Bonaventura Palermo di Moliterno che mori nel 1805.

La Chiesa si sviluppa in due navate, delle quali quella principale è chiusa da un imponente altare di legno, sul quale è collocato un dipinto di Giovanni De Gregorio, detto il Pietrafesa, che rappresenta la Deposizione di Gesù dalla croce. In esso sono raffigurati Maria di Magdala, Maria di Cleofa, l’apostolo Giovanni, Giusepe d’Arimatea, ai lati della croce, invece, S. Francesco e S. Antonio e, appartato in un angolo, un personaggio da identificare con il committente dell’opera, il principe Carafa, o con il pittore stesso. Il quadro della Deposizione della Croce è fiancheggiato da 6 eleganti busti di santi, aventi la funzione di reliquiari. Sul lato destro della navata principale si aprono tre nicchie ad arco che custodiscono le statue di San Francesco, di Santa Rosa, e di San Pasquale; sul lato sinistro, invece, si aprono quattro grandi archi che immettono nella navata più piccola. Nella parte posteriore all’altare maggiore, che corrisponde all’attuale sacrestia, vi sono altri interessanti altari della stessa epoca e di uguale fattura.

La navata laterale, entrando sulla sinistra, accoglie un primo altare dove è collocato un suggestivo crocifisso ligneo ed un antico reliquiario, un secondo altare, dedicato alla Madonna delle Grazie, ed un terzo con la statua di S. Antonio di Padova. Sul fondo della navata vi è un altare nel quale è posta l’Immacolata, affiancato da due nicchie più piccole, una contenente la statua di San Rocco, l’altra un pregevole Gesù alla colonna di un maestro spagnolo del 1500, della scuola di Gerolamo di Santa Croce.  La copertura dell’edificio è a volta con tre affreschi e, nella parte anteriore del primo arco vi è la scritta latina: “Christum Regem Pro Nobis In Cruce Exaltat Venite Adoremus”.

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Il convento annesso si sviluppava su due piani, al pian terreno erano ubicati i locali per i servizi comuni, il refettorio, la cantina, una piccola foresteria e una farmacia, al piano superiore si trovavanole celle, in tutto ventiquattro, delle quali ventuno usate dai frati, una dagli infermieri, una come guardaroba e una come biblioteca. Il convento fu utilizzato fino al 1806, anno in cui con la soppressione degli ordini religiosi i Francescani lasciarono Moliterno.  Mentre la  Chiesa rimase aperta al pubblico, il giardino e il convento furono venduti alla famiglia Parisi e trasformati in un’abitazione che per via ereditaria passò ai Giliberti, i quali l’abitarono fino al 1894.  Tra il 1897 e il 1900 il palazzo, oggi noto con il nome di Giliberti, fu acquistato dal Comune e trasformato in sede municipale. Al suo interno è possibile ammirare l’ampio cortile, antico chiostro del convento, sul quale si aprono diversi ambienti tra i quali la sala degli affreschi che racchiude dipinti a soggetto francescano risalenti al ‘700.

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